Manuale sulla "Violenza di genere e Autodifesa"

Pubblichiamo un interessante manuale sulla "Violenza di genere e autodifesa" redatto dal Gruppo di Autodifesa Donna Filo-Mena.


Dall'introduzione al volume: Il discorso sull’autodifesa è difficile da affrontare, quello dell’autodifesa femminile ancor di più. Sarebbe superficiale limitarlo alle considerazioni sulle tecniche più adatte alla difesa della donna. Uno dei problemi base su cui riflettere e dibattere è l’atteggiamento di ogni donna nei confronti della violenza e dell’aggressività. Fin da piccole le donne vengono educate a tagliare delle loro parti per piacere al padre, la madre, lo zio, la maestra etc., si abituano a mangiare la loro stessa rabbia non esprimendola, perché sfogandola uscirebbero dal ruolo a loro assegnato: disponibilità sempre e comunque. La rabbia sembra una prerogativa del sesso maschile. La donna da queste parti e di questi tempi deve essere bella, debole, magra ma formosa, paziente, indifesa e anche manager. Si deve pensare come una parte inseparabile della coppia uomo-donna ed è destinata a fare almeno un figlio. Non solo la donna ha dovuto, involontariamente, assimilare durante la sua infanzia una pratica non violenta, impostatale dalla cultura, ma alcune volte rifiuta il suo uso in maniera cosciente. Questa ambivalenza nei confronti della violenza non rimane inattiva e si manifesta nel momento in cui è costretta ad una risposta violenta, come nel caso di un tentativo di stupro, ed è incapace di darla. L’incapacità è solo in parte fisica. Ed è semplice a questo punto capire la differenza tra l’autodifesa praticata tra sole donne ed un semplice allenamento in palestra. Praticare l’autodifesa femminile accresce la propria capacità di reazione psicologica all’aggressività e alla violenza, sviluppa la capacità di prendere le decisioni in maniera attiva riconoscendo chiaramente le situazioni di pericolo (considerare il reale pericolo e le opzioni possibili: fuga, lotta, chiamare aiuto), ci insegna ad essere protagoniste di ciò che ci accade (di fronte alla violenza verso le donne non può esistere la passività), fa conoscere meglio il corpo e noi stesse. 

 

Chi sono le autrici del manuale

 

Il gruppo di Donna Filo-mena nasce il 1° novembre 2005 da un gruppo di donne che ha scelto di non delegare ad altri/e la propria difesa personale, ma di autogestirla in maniera orizzontale autodeterminandola. Fino ad adesso gli allenamenti si sono svolti nella palestra del Laurentinokkupato/L38squat. Nel gruppo c’erano alcune donne con più esperienza tecnica e per condividere queste conoscenze sono stati organizzati due stage, a distanza di 1 mese, in modo che ogni donna potesse partecipare attivamente alla preparazione degli allenamenti. Infatti la differenza sostanziale tra l’andare in palestra e un gruppo autogestito è l’organizzazione: in un corso in palestra la conoscenza viene dall’alto, segue una gerarchia ben precisa e un percorso prestabilito. In un gruppo autogestito le conoscenze vengono dal basso ed il percorso viene determinato da ogni componente del gruppo. Dato che la violenza sulle donne agisce su diversi piani, quello fisico e quello psicologico, gli allenamenti non sono stati strutturati solo da esercizi tecnici ma anche da esercizi su se stesse, sulla capacità di prendere decisioni, diretti a comprendere le situazioni di pericolo e alle possibili reazioni ad esse. Per permettere a tutte di esprimere le proprie esigenze tramite la preparazione dell’allenamento è fondamentale l’orizzontalità e l’assenza della figura dell’istruttrice. Per i temi che si affrontano e i modi in cui si affrontano abbiamo scelto di mantenere gli allenamenti solo per donne. 4 Violenza di genere e autodifesa Il gruppo si allena al LaurentinOkkupato/L38squat una volta a settimana ed è aperto a tutte. Il nome non è stato scelto a caso, Filomena è una gatta rossa che vive al Laurentino, a volte è mansueta e a volte no. Accetta le carezze, ma solo fino a quando vuole lei. Tira fuori gli artigli e graffia cani, gatti ed umani.

 

 

 

 

 

E’ possibile richiedere maggiori informazioni scrivendo un’email all’indirizzo progettotrafficlight@gmail.com

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